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Storia di Natale Marzari

Dopo 41 anni e 5 mesi, nel maggio 2006 la magistratura di Trento ha riconosciuto l'esistenza  e  la gravità di quella malattia rara che nessuna altra istituzione o persona singola della provincia di Trento ancora mi riconosce, e per negare la quale ancora mi perseguita.    Natale Marzari

MIOPATIA MITOCONDRIALE

 


  I MECCANISMI SOCIALI

Il sapere

I sogni

I comportamenti

I pregiudizi

Il feed back


  L'ESPERIENZA PERSONALE

La storia clinica

I sintomi

Le terapie sperimentate

La ricerca di accettazione

La risposta sociale

I bisogni

Le possibilità

Le prospettive

Il riconoscimento

 

L'ESPERIENZA PERSONALE

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La risposta sociale

1965 20 gennaio. Alla prima diagnosi di igrofobia seguono altre diagnosi del medesimo tenore e portano ad una sottile emarginazione sul posto di lavoro e dopo 20 mesi all’abbandono del lavoro ed al rientro in Italia. 

1966 pasqua. Al rientro in Italia la famiglia pretende una immediata guarigione dalle fisime. 

1967-8-9. Le difficoltà aumentano ma vengono imputate alle conseguenze di una pleurite. 

1969 novembre. Allestisco un laboratorio nel retro casa per lavorare ad un brevetto richiestomi da una ditta di Bologna e con un prezzo concordato di acquisto strepitoso, non riesco a portarlo a termine perché non riesco a lavorare. Non so ancora che il freddo mi danneggia. Ma la famiglia non mi perdonerà mai di avere abbandonato un posto di lavoro con uno stipendio elevato in Germania e non aver rispettato il contratto con la ditta di Bologna. 

1970 maggio. Le difficoltà vengono imputate all’epatite virale di tipo B. 

1971 prima diagnosi ospedaliera di malattia psichica: psiconevrosi ipocondriaca. 

1971 i rapporti con i famigliari raggiungono la violenza fisica. 

1971 mi trasferisco a Trento. 

1972 marzo, nuova diagnosi di sindrome ipocondriaca che annienta ogni rimasuglio di rapporto affettivo da parte dei parenti tutti. 

1973 le difficoltà ad uscire di casa provocano rarefazione nelle amicizie e generano le prime emarginazioni. 

1974 il preside Eugenio Liserre prende un pretesto per licenziarmi dalla scuola, non vuole psicopatici nell’istituto! Solo con grande fatica riesco a fare rientrare il licenziamento. Ma questa mia ostinazione mi procurerà l’invincibile inimicizia con il vicepreside Filippi e della direzione del PcI di cui è membro. 

1976 dicembre ricoverato all'ospedale universitario di Borgo Roma a Verona, la suora del reparto di patologia medica forse indispettita perché non prego, fa rapporto dicendo che sento delle “voci” e mi sottopongono a visita psichiatrica. La visita non evidenzia niente di strano e io nego l’esistenza di “voci”. Un medico di guardia notturna mi sottopone a propria analisi psichiatrica e finalmente scopre l’origine dei miei mali, sono un omosessuale represso! 

1980 a fatica riesco a fare riconoscere l’invalidità e viene riconosciuta anche l’indennità di accompagnamento 

1980 necessito di una carrozzina per gli spostamenti, ma la mia malattia non è riportata dal nomenclatore, quindi nessun aiuto. Me la costruisco. 

1980 necessito di un ascensore, ma non sono proprietario della casa in cui abito, e non sono previsti finanziamenti per gli inquilini. Me lo costruisco. 

1981 durante un lungo ricovero ospedaliero, dei vicini di casa, credendomi morto, mi rubano l’automobile parcheggiata sotto casa, dopo 5 anni i ladri vengono condannati a 100.000 lire di penalità. Io pagherò il bollo di circolazione dell’auto mai più ritrovata fino alla sanatoria del 1995. 

1982, 1983, 1984 l’esito positivo dell’esperimento con il coenzima A, alimenta una ridda di articoli di giornale e di chiacchiere sull’origine mentale della patologia. 

1984 ospedale di Trento un ginecologo medico di guardia decide che l’aspirina mi fa male e vieta alla infermiera di farmi l’iniezione antidolorifica, e ordina al portinaio di impedirmi di uscire. 

1984 dicembre il comune mi intima l’abbattimento dell’ascensore abusivo. 

1984 viene cancellato di ufficio l’assegno di accompagnamento 

1985 riottengo il riconoscimento dell’invalidità e dell’accompagnamento. 

1985 digiuno 55 giorni per lo stato di abbandono sociale. L’abbandono continua ed inizia l’ostilità contro chi cerca di aiutarmi. 

1987 digiuno 77 giorni per lo stato di abbandono sociale. Aumenta la campagna dei giornali per spiegare l’origine mentale della malattia. 

1988 vengo arrestato durante una protesta per l’ennesima inapplicazione della legge contro le barriere architettoniche. Vengo torturato nel cortile del carcere per costringermi a camminare. Vengo sottoposto a perizia psichiatrica. Vengo processato in contumacia per le barriere architettoniche del tribunale. E condannato. 

1989 11 febbraio, durante una protesta all’agenzia del lavoro irrompe una squadra di poliziotti comandati dal sovraintendente di polizia Marco  Spagnolli, vengo trascinato in uno sgabuzzino, viene sgomberato il piano, ed a freddo vengo torturato con torsioni delle mani, dei piedi, e piegamento all’indietro delle dita delle mani. 

1989 28 dicembre, durante un normale e tranquillo incontro con il dott. Imperadori tenuto nel piano terra dei consorzi cooperativi a causa delle barriere architettoniche che impedivano l’accesso ai piani superiori, irrompe una squadra di agenti in divisa comandati dal sovraintendente Spagnolli, vengo trascinato nell’atrio e sottoposto davanti a decine di persone allibite alle medesime torture, il dott. Imperadori cerca di farli smettere e viene minacciato, vengo legato, portato in ospedale, e Spagnolli ordina al sanitario di turno di fare un ricovero coatto in psichiatria. Il sanitario risponde che io conosco la mia patologia meglio di chiunque altro e mi dimette. 

1990 10 gennaio, la polizia organizza una provocazione dopo l’orario di chiusura della cooperativa, ma trova una riunione con la presenza di consiglieri provinciali e comunali, ed i dirigenti della Trento-Male e dell’Atesina, identifica tutti e vengo denunciato per ingiurie. Sarò condannato. 

1990 ho denunciato la polizia per le torture inflittemi. La polizia reagisce costruendo 6 reati contro di me, sarò processato per 7, sarò processato come imputato per le torture inflittemi dalla polizia, il fascicolo sarà stralciato ed archiviato con la denominazione “ignoti”. 

1991 8 agosto, nonostante un accordo sottofirmato l’ITEA mi toglie l’appartamento adattato a mie spese in cambio di uno inadatto. Le carenze saranno vanamente rilevate dopo 8 anni dall’ufficio di igiene e sono le seguenti: 

  1. 1 anno di ritardo per il montaggio dei vetri alle porte di ingresso; 

  2. 2 anni di ritardo per la messa in funzione dell’impianto di riscaldamento a pavimento; 

  3. in difformità dal progetto presentato in comune L.373 mancano i tripli vetri alle porte ed alle finestre con l’esterno; 

  4. non esiste alcuna separazione fisica fra l’abitazione e le soffitte; 

  5. non è completata l’isolazione del tetto nella parte interna; 

  6. il tetto non è chiuso completamente nella parte sommitale e manca l’isolamento per una lunghezza di circa 3 metri; 

  7. le porte con le soffitte non isolano termicamente; 

  8. manca un sanitario nel bagno, il bidet; 

  9. la vasca da bagno non è adeguata nelle dimensioni e non è accessibile da due lati; 

  10. mancano i maniglioni alla vasca da bagno ed al wc; 

  11. le scale interne non hanno il corrimano; 

  12. la zona in cui è installata la vasca da bagno adeguata non ha l’abitabilità ed il soffitto è a 155 cm dal pavimento; 

  13. la vasca non ha i maniglioni; 

  14. i vetri di separazione con la soffitta sono incompleti e non sono antisfondamento; 

  15. la superficie a disposizione non è sufficiente alle necessità della patologia, visto che ogni rapporto sociale deve avvenire in casa e non si può andare in visita ma solo ospitare. L’alloggio precedentemente occupato e NON ITEA misurava 184 mq con 28 mq di soffitta e 95 mq di cantina; 

  16     non si trovano in commercio gli ausili necessari per questa rara patologia, quindi è assolutamente indispensabile disporre di     un laboratorio interno all’abitazione per la loro costruzione e manutenzione. Nella precedente abitazione in via Suffragio 53 il laboratorio privato era situato al primo piano, era a disposizione della cooperativa S.I.A.r.t.a. e accessibile dall’ascensore privato. 

1991 9 agosto, vengo denunciato con grande clamore giornalistico per violenza nei confronti di due operai mandati dall’ITEA e che avevo sorpreso a rubare. Vengo consigliato di pagarli per fare ritirare la denuncia, non lo faccio, e saranno loro a ritirare la denuncia durante l’udienza pretorile, senza che i giornali ritirino una riga di quanto era stato scritto in precedenza. 

1991 dicembre, il comune mi manda l’assistenza per 50 giorni, ma non paga chi la fa. Pago io e vengo denunciato e condannato per aver dato lavoro in nero. La denuncia era anonima! 

1991 il tribunale ordina alla cooperativa il pagamento per un lavoro che nessuno ha mai fatto, per cui non esiste alcuna documentazione, e per cui non è stata emessa alcuna fattura. Protesto vivacemente, verrò condannato a 4 mesi di reclusione ed a pagare un importo otto volte superiore a quanto originariamente richiesto. 

1992 la mancanza dei vetri agli ingressi provoca l’abbassamento della temperatura anche nel vano dell’ascensore, si addensa l’olio dello stantuffo e come riportato dalle istruzioni sul cofano macchina, l’ascensore si blocca di continuo. Protesto e chiedo la manutenzione, l’ITEA riunisce gli inquilini e decidono e scrivono che io saboto l’ascensore, solo dopo essere quasi giunto a vie manesche ottengo la sostituzione dell’olio e la fine dei problemi. In questura e dal commissario del governo rimane scritto che io ho sabotato l’ascensore. 

1992 Rossetti un coinquilino paranoico disoccupato cronico e proletario convinto, istruito da Frassoni dell’ITEA, dalla presidente del cIF e da Taverna colleziona 7 denunce nei miei confronti, un esposto alla magistratura, ed una interrogazione provinciale. Tutti ampiamente pubblicizzati dai giornali. 

1992 denuncio alla procura della repubblica di Venezia il procuratore della repubblica di Trento Mafferri per avermi messo come imputato di un reato in cui ero la vittima, e non sarà mai possibile trovare traccia alcuna della denuncia o del fascicolo. 

1992 faccio una ricerca sulla malattia per trovare delle cure, ne identifico una, non mi viene data la possibilità neanche di iniziarla, ci rimetto le spese effettuate, ed i giornali danno ampio risalto con titoli: E’ stata trovata la cura per Natale Marzari! 

1993 l’ultima seduta di legislatura, l’ultima ora di seduta, ultimo tema in dibattito, viene varato un articolo di legge provinciale a favore dei portatori di miopatia metabolica. Ma siccome l’unico malato sono io, viene redatto intenzionalmente non applicabile, successivamente non si vorranno fare le norme applicative, quando saranno fatte non mi verranno comunicate. L’unico risultato dell’articolo di legge sarà lo sbandieramento ampio dell’esistenza della legge, il riportare su certificati ufficiali di Cembrani e di Orrico del godimento da parte mia di trattamenti privilegiati, e niente altro. 

1994 per richiamare l’attenzione sulla condizione di totale invivibilità della mia condizione: non ricevo farmaci; non ricevo ausili; non ricevo assistenza; non ce la faccio economicamente. E l’ITEA dopo che avevo pagato più del dovuto manda avanti gli sfratti, invece di fare i lavori concordati. Faccio allontanare i coinquilini dai vigili e verso della benzina per le scale. Vengo arrestato, e tradito dai soci  della cooperativa i quali davanti alla possibilità di annientarmi e tenersi tutto quanto io solo avevo finanziato e messo a disposizione, convincono i miei avvocati ed i miei medici a non intervenire per dichiarare l’incompatibilità della mia patologia con il carcere. 

Il medico ed il direttore del carcere, a contatto forzato con la gravità della mia malattia, rimangono allibiti e scandalizzati, dicono che c’è chi domanda l’incompatibilità con il carcere per un unghia incarnita, ed io che faccio spola fra cella-ospedale-cella non la chiedo,ma non c’è niente da fare i miei avvocati si rifiutano di chiedere l'incompatibilità con la detenzione ma anzi mi consigliano insistentemente in modo da limitare le comunicazioni solo a quel tema di trasferirmi all'estero o in altra provincia.. 

I miei medici ed i miei legali mi preferiscono in carcere, ed uno dei medici Gianni Menegoni viene persino in carcere a dirmelo. 

Verrò scarcerato lo stesso all’insaputa di tutti e per l’evidente impossibilità fisica a sopravvivere in carcere. 

I soci terrorizzati per la documentazione fatta che metteva nelle loro mani l’intero patrimonio, e per la possibilità che lo scoprissi, organizzavano una assemblea dove dichiaravano la loro fiducia nei miei confronti, ma non la restituzione dei soldi. 

Verrò condannato ad un anno e 8 mesi di carcere per un reato inesistente: disastro colposo non c'è stato nessun disastro, non ci sono foto di alcun disastro, ma io dovevo essere condannato per soddisfare l'insano sadismo generale e così è stato. Ma non c’era stato alcun disastro, non era stato rotto neppure un vetro. 

1995 29 giugno, vengo arrestato a sorpresa nel corridoio del commissariato del governo, per estorsione nei confronti del presidente della giunta provinciale Andreotti. Guardando negli occhi il commissario Sartori gli dico che sta facendo un errore, e lui sporgendosi in avanti mi scandisce che mi arresta proprio per sua precisa volontà. continuare a chiedere un aiuto che viene sempre sistematicamente ed invariabilmente negato è reato. 

Amplissima campagna giornalistica. Vengo sottoposto a perizia psichiatrica e medica. Vengo nuovamente scarcerato per la dichiarazione unilaterale dei medici del carcere per l'incompatibilità con la detenzione, nessuno in tutta la provincia di Trento ha il minimo dubbio che io dovrei rimanere per sempre rinchiuso. 

Vengo assolto per il reato imputatomi. Verrà persino rifuso il danno per l’ingiusta detenzione. Non verrà fatto alcun cenno di questo dai giornali. Natale Marzari deve essere e deve continuare ad essere un pericoloso criminale. Malato e bisognoso mai! 

1995 lo stesso giorno arrivano il ritiro della convenzione fra la cooperativa e l’Azienda Sanitaria, e la revisione straordinaria della cooperativa, e pensare che da pochi mesi avevo avuto il riconoscimento della mia correttezza da parte del dott. Benedetti dei consorzi cooperativi con l’avvio di un anno di amministrazione delegata a me stesso per le irregolarità effettuate dai miei soci ed  amministratori precedenti e da me rilevate con l'aiuto di due ragionieri. 

1995 15 settembre, dopo aver sempre negato che sarebbe avvenuto, arriva improvvisamente lo sfratto della cooperativa e la conseguente messa all’asta dei beni, ne salverò ben pochi riacquistandoli all’asta. 

1996 3 maggio, una ventina di poliziotti irrompono in casa di mattina, guidati dal commissario Sartori, 4 con la pistola in pugno, riesco pur tremando a mostrarmi calmo, chiedo il mandato, non ce l’anno. Me ne vado, non avrò più il coraggio di rientrare in quella casa. 

1996 arriva un processo per danneggiamenti mai effettuati all’ufficio tecnico comunale. Verrò condannato a 6 mesi di detenzione. 

1996 arriva il processo di appello per i reati costruiti per nascondere il processo per le torture inflittemi dalla polizia. Una assoluzione, una condanna ad un mese di detenzione, sparito il fascicolo per le torture subite. Il procuratore Mafferri impugna l’assoluzione, altro processo, altre spese, altra assoluzione. Il procuratore Mafferri impugna il risarcimento per l’ingiusta detenzione, altro procedimento, altre spese. con il risarcimento per l’ingiusta detenzione non copro neppure un terzo delle spese legali sostenute.

 1997 10 gennaio prima uno, dopo due vigili mi intimano di sgomberare dalla piazza Duomo. 

1997 12 febbraio, mentre sto parlando con un vigile graduato nel camper, il quale ha appena assistito al sabotaggio davanti ai suoi occhi della carrozzina sistemata a fianco del camper, vengo circondato da 9 energumeni che minacciano di causare danni al veicolo se non me ne vado da piazza Duomo; è solo una delle numerosissime aggressioni a cui sono sottoposto giorno e notte, scendo con un coltello in mano, immediato l’intervento della polizia. Ma che lo abbia saputo? Aspetto il processo. Ah, dimenticavo... aspetto anche di essere considerato un essere umano malato contro la sua volontà! 

1997 il dott. Fabio Cembrani basandosi su documentazione dell’ITEA certifica che il mio alloggio è adeguato alla malattia, senza averlo mai visto e nonostante io glie lo abbia detto, urlato, e scritto. 

1997 dopo otto anni di richieste riesco a far controllare l’alloggio da una commissione medica, viene constatata l’inadeguatezza. Nonostante i miei accorati ed urlati appelli nessuno farà assolutamente niente. Natale Marzari deve continuare ad essere per tutti solo un pericoloso criminale. Un malato mai. 

1997 pur protestando con tutte le mie forze vengo obbligato a sottopormi ad accertamento ospedaliero a Trento per accertare l’esistenza dello stato di malattia. Il primario Orrico con al collaborazione della dottoressa Lovaste ambedue evidentemente non all’altezza della situazione ed ignoranti dei metodi diagnostici per la miopatia metabolica mi sottopongono agli esami di rutine per le lesioni neuromuscolari, non ne trovano, mi fanno fare esercizi fisici, li eseguo, si scatena una crisi del male e diagnosticano: non segni obiettivi e crisi d’ansia. E’ loro impedito definirmi ipocondriaco da ben 3 tre biopsie muscolari, ma mi dicono che senza quelle loro non scriverebbero l’esistenza di uno stato di malattia. Scrivono invece che ho goduto di particolari trattamenti da parte della Provincia per la miopatia metabolica. Ora due specialisti, che si erano già dimostrati in malafede, non riescono a trovare una malattia inerente la loro specializzazione e diagnosticata in reparti universitari 18 anni prima, e successivamente riconfermata con nuovi e più accurati esami, o non conoscono la loro professione, o intenzionalmente e quindi dolosamente omettono quegli accertamenti diagnostici specifici che la malattia richiede. Mentono sapendo di mentire, il loro certificato ha, proprio lo scopo di permettere l’accesso a previdenze delle quali non ho mai potuto godere. 

1998 28 gennaio, l’ITEA come previsto, dopo avere aspettato per vedere se qualcuno si muoveva in mia difesa, e dopo essere stata rassicurata che nessuno lo avrebbe fatto, fa scattare un piano di invasione coinvolgendo polizia, magistratura, carabinieri, pronto soccorso, vigili, ufficiale giudiziario, stampa, televisione...... ma Natale non c’era. Nessuno si era occupato di avvisarlo. Nessuno ha avuto neanche il senso del ridicolo. Nessuno ha avuto il senso della giustizia. Nessuno ha avuto il senso dell’umanità. La grande spiegamento di forze è servita a rafforzare l’idea della grande statura criminale di Natale Marzari. Mai Natale Marzari è un  malato. Mai e per nessuno. 

1998 12 febbraio, su mia richiesta viene creata una commissione per lo studio e la definizione dei problemi che questa malattia mi ha causato. Ma essendo io troppo sputtanato, troppo insignificante, troppo nullità, troppo ignorante sul tema della miopatia metabolica, essendo sopratutto senza quella particella “dott” che fa di un “uomo” un “UOMO”, questa commissione non sarà per lo studio della mia condizione umana e di malato, sarà per lo studio della miopatia metabolica, così si sgrossano i problemi, li si aulizzano e non si deve affrontare il fetore della situazione in cui sono costretto a vivere. Intanto le iniziative da me sollecitate continuano ad essere posposte nel tempo in attesa di GODOT, dopo il rinvio in attesa del certificati di Orrico, dopo il rinvio per la creazione della commissione. 

Alla seconda riunione, bontà loro vengo persino chiamato a parlare. In tutto l'enorme il palazzo della direzione sanitaria e dopo l'orario di chiusura degli uffici non è stato possibile trovare una sola sala libera disponibile per la riunione, nonostante questa fosse stata fissata 19 giorni prima, vengo quindi condotto nel deposito sotterraneo delle bibite dove l'impianto di riscaldamento non viene mai acceso e lì teniamo la riunione Ma come ogni commissione che si rispetti si fissa il tempo di 1 una ora per la discussione, e la data della nuova riunione, dopo 51 giorni. Porto una relazione accuratissima, da tesi universitaria, ma purtroppo dal basso della mia pochezza oso criticare Orrico, sono l’agnello che sporca l’acqua al lupo, la discussione si inchioda in una serie di attacchi contro la mia relazione, non è possibile affrontare neanche uno dei problemi gravissimi per cui la commissione è stata creata, l’onta della lesa maestà deve essere lavata nel sangue. così non si parla dell’alloggio, non di strategia per il futuro e neanche l’ombra della persecuzione che anche con l’aiuto dei certificati falsi e intenzionalmente falsi di Fabio Cembrani e Orrico continua ininterrotta. Mi si nega pure la necessità di dare avvio ad una campagna di informazione sulla malattia. 

1998 3 marzo, LA COMMISSIONE redige una paginetta e mezzo per i requisiti dell’abitazione. Perde l’occasione di divulgare chiarezza usando la premessa per elencare la malattia con vari nomi ed usando una fraseologia che se “politicamente corretta” e però adatta solo a frastornare il lettore, ed aumentare la confusione e l’incomprensibilità della situazione ai non medici. Le ultime due frasi della premessa insistono sullo stato di disagio psichico, anche qui “politicamente corretto”, ma ottima scusa per il lettore in malafede, che si curi prima la psiche di Natale. 

Nessun accenno al disagio fisico. Nessun accenno alla intenzionale privazione clinicamente dannosa dell’ambiente indispensabile per prevenire in qualche modo gli attacchi del male ed il progredire del male stesso! Nei requisiti manca ogni accenno ad una attività produttiva e partecipativa che pure avevo anche se ovviamente confinata in casa, e che mi è stata tolta con procedure illegali e che LA COMMISSIONE conosce, e la cui privazione ha portato un ulteriore mortale danno alla mia immagine sociale ed umana, ma pure a difficoltà al mantenimento di serenità mentale, ed infine alla privazione della possibilità di creare, mantenere ed usufruire di ausili indispensabili a me, a Natale Marzari, ad un essere umano. Ma forse anche per LA COMMISSIONE considerarmi essere umano è decisamente troppo. Manca qualsiasi accenno alla vasca per i bagni in acqua calda indispensabili contro le crisi, o per l’idrotermoterapia in gergo medico. Trovo ovvio comunicarlo al portavoce.... scusate PORTAVOCE DELLA COMMISSIONE, dott..... scusate ancora DOTT. GIANNI MENEGONI. Mi dice che lui non può modificare cotanto testo e mi invita a rivolgere una supplica, ovviamente in lettera raccomandata, al dott. Marino Nicolai, per vedere se lui riteneva opportuno l’oltraggio di modificare l’aulico testo. Rispondo opportunamente! 

Parlo con il dott. Vittadini, che si dice senz’altro disposto ad integrazioni. 

Ora mi trovo a riflettere. L’aggressione e la persecuzione della società trentina contro la mia persona prosegue ininterrottamente con ampio spettro di comportamenti. Non sono riuscito in nessuna delle richieste contro questa situazione. Nessun intervento altrui, ne per prevenire, ne per evitare, ne per lenire questo male. Vivo in condizione fisica disumana. Vivo una condizione ambientale disumana. I miei medici sottolineano il disagio “psichico?”. cosa posso fare? Non ho la possibilità di tenere una prassi che porti finalmente ad azioni sinergicamente costruttive per la mia condizione. Quando lo faccio gli altri COMMISSIONE compresa usano il microscopio per ingrandire o creare con false immagini di miei errori al fine di giustificare o il non intervento o gli interventi contrari e dannosi a me. 

Qualsiasi intervento promessomi a qualsiasi titolo viene poi invariabilmente e perennemente posposto. 

Al contrario le illegalità infinite compiute per farmi deliberatamente del male non vengono mai viste. Sicuramente verrò arrestato, sono riuscito ad evitare le ultime due manovre per arrestarmi, ma non ci riuscirò sempre, ed anche ci riuscissi ho già maturato 4 condanne, per cui il mio arresto è solo questione di data. Il dott.... pardon DOTT. GIANNI MENEGONI in ossequio al manuale del buon convivere in occasione del mio imprigionamento nel 1994 invece di chiedere l’incompatibilità della mia patologia con la detenzione è venuto in carcere a dirmi che per il mio bene era meglio se rimanevo in carcere. cosa farà in occasione del prossimo arresto, raccoglierà le firme per farmi rimanere dentro? 

MA VI RENDETE  CHE SONO MALATO? VI RENDETE CONTO CHE LA VOSTRA INERZIA E’ ASSASSINA? 

La malattia non è solo un'alterazione dei mitocondri cellulari, ma è sopratutto nell’immagine sociale di questa afflizione, e gli eventuali risultati possono essere solo proporzionali agli sforzi per combattere e cancellare le aggressioni contro chi ne è portatore contro la propria volontà. E la guarigione dalle ferite può essere solo proporzionale alla riparazione dei danni causati e non allo sforzo di ignorare le ferite ed i danni conseguenti.

Allo stato attuale a Trento, nella civilissima Trento, nella ricchissima Trento, nella cattolicissima Trento c'è un malato grave e disabile costretto a vivere in un camper e con il terrore quotidiano di aggressioni o di vedersi requisire il camper, perché notoriamente veicolo ricreazionale e mai riconosciuto come veicolo indispensabile per la malattia miopatia mitocondriale, e con l'incubo di venire nuovamente arrestato ed incarcerato. Ma la situazione è senza via di uscita, se riconoscono la malattia, devono rispondere del perché non la hanno riconosciuta prima, e perché hanno infierito su un malato grave per non riconoscere gli errori precedenti. 

Quindi per non riconoscere gli errori precedenti e per non essere costretti a riconoscerli continuano ad infierire.

 

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