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Scritti a cura di Natale Marzari

Dopo 41 anni e 5 mesi, nel maggio 2006 la magistratura di Trento ha riconosciuto l'esistenza  e  la gravità di quella malattia rara che nessuna altra istituzione o persona singola della provincia di Trento ancora mi riconosce, e per negare la quale ancora mi perseguita.    Natale Marzari

 

Trento 25 febbraio 2007

Noto con sorpresa.

Noto con sorpresa, una piacevole sorpresa, che il papa si è espresso con fervore contro l'esistenza dei conventi.

 Può anche essere che il suo straordinario fervore cristiano lo abbia trascinato in dichiarazioni che superano l'ambito verso cui il suo discorso mirava, ma è difficile pensare che il suo D'io che parla con la sua bocca e la sua voce potesse avergli messo in bocca ed in penna o meglio in tastiera l'espressione di "...essere fermamente contrario ad ogni forma di convivenza non legata al matrimonio fra un maschio ed una femmina e non finalizzata alla procreazione..." qui non possono esserci dubbi!

La vita conventuale cozza contro le suddette parole in ben tre modi.

  1. Non è basata sulla relazione fra un uomo ed una donna;

  2. Non è basata sul matrimonio;

  3. Non è finalizzata alla procreazione.

Anzi chiunque abbia un minimo di infarinatura storica sa bene che l'istituzione dei conventi è finalizzata proprio a limitare il numero delle nascite e l'aumento della popolazione in tempi in cui l'agricoltura biologica era l'unica fonte di sostentamento, ed inoltre si veniva così a disporre di servitù votata all'obbedienza da dedicare a lavori che altrimenti sarebbe stato difficile fare.

E questo lo si ritrova in ogni medioevo storico dove inevitabilmente finiscono le popolazioni che vengono assoggettate ad una qualsiasi forma di teocrazia, come da noi nel nostro medioevo, o nel Tibet dove da poco il loro medioevo è definitivamente finito ed ha portato strade, ferrovie e .... preservativi.

Il problema vero che il papa combatte è che i preservativi non generano servi ne persone abbruttite da bisogni  superiori alle loro forze e quindi facilmente addomesticabili a proprio uso e vantaggio. Ed i preservativi non mantengono papi.


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sindrome religiosa

Quando entriamo in un ambiente diverso da quelli che frequentiamo solitamente, avvertiamo una sensazione che spesso ci accompagnerà per tutta la vita perché tende a fissarsi nei ricordi: L'odore. E se l'odore è di nostro gradimento ci faciliterà il nostro permanere o il nostro ritornarci, se invece l'odore non ci risulta gradevole, oltre che indurci a rimanerci il meno possibile ci fa sorgere una domanda, ma gli altri non lo sentono?

No, molto probabilmente se ne sono assuefatti e non lo sentono. Può anche accadere che non lo percepiscano neppure se lo facciamo loro presente, lo percepirebbero unicamente e solo se se ne allontanassero almeno per qualche tempo.

Allo stesso modo influiscono su di noi le abitudini, e non solo quelle che noi liberamente assumiamo, ma persino quelle che ci vengono forzatamente imposte da situazioni o da altre persone sotto forma di tradizioni, regolamenti, precetti o dal semplice condizionamento. Ovvero le abitudini imposteci le avvertiamo, accettiamo e rispettiamo fino ad imporle ad altri come fossero nostre scelte valutate.

Nelle prime fasi della vita ed ancora nella fanciullezza il nostro cervello attraversa alcune fasi che lo rendono fortemente ricettivo all'apprendimento di attitudini e concetti, ed in quelle fasi siamo in grado di imparare con una rapidità ed efficienza che poi perderemo, al punto che alcune facoltà, come ad esempio imparare a parlare, le perderemo definitivamente.

coloro che si occupano di didattica indirizzata all'infanzia conoscono bene queste caratteristiche della mente umana, ed anche coloro che intendono condizionare a loro vantaggio i comportamenti umani le conoscono molto bene. I gesuiti, una congregazione religiosa cattolica dedita all'insegnamento usavano dire "Dateci i vostri figli per otto anni e teneteveli poi per tutta la vita"

c'è però una questione che l'evoluzione biologica umana ha selezionato e continua a selezionare, i cervelli umani sono differenziati in due categorie:

  1. I cervelli di tipo 1 producono sempre più neurotrasmettitori gratificanti nella ripetizione.

  2. I cervelli di tipo 2 producono sempre meno neurotrasmettitori gratificanti nella ripetizione.

E questo genera differenze nella percezione delle situazioni e nel trattamento dei concetti. Queste differenze se messe in cooperazione producono dei risultati molto superiori alla loro somma aritmetica, ma quasi sempre entrano invece in conflitto per la tendenza dei cervelli di tipo 1 a continuare secondo le usanze ed ad imporre agli altri le proprie. Imporle anche ad altri cervelli di tipo 1 che stanno contemporaneamente cercando di imporre le proprie.

I cervelli di tipo 1 trovano più facile far acquisire ad altri le proprie usanze se si rivolgono a persone in stato di bisogno o di non autosufficienza, o meglio ancora con i bambini. Nel primo caso definiscono come "carità" la loro prevaricazione, nel secondo caso la chiamano "Formazione" che può assumere la forma di istruzione religiosa ed è la più generalizzata, all'accattonaggio per dei nomadi, al militarismo nelle dittature, alla strumentalizzazione altrui nei capitalisti, e così via.

Nella società umana non si sono ancora del tutto formati gli anticorpi contro queste deviazioni patologiche per la società stessa, manca anche la sensazione della loro negatività e della necessità di metterle sotto osservazione e controllo. Anzi coloro che ne fanno presente il cattivo odore vengono accusati di essere loro anormali, visto che gli altri si sono assuefatti o conformati a queste anomalie. Per chi queste anomalie le gestisce è facile utilizzare la forza che ne ricava per combattere chi se ne distanzia o ancora peggio le segnala come anomalie. Salvo poi, a tempi cambiati, dire tutti che in fondo non ci credevano molto, anzi ne erano stati anche contrari almeno in linea di principio.

L'ostacolo più grande ad un comportamento adatto a gestire la vita dei singoli e della società è la sproporzione fra la varietà delle situazioni, dei bisogni e delle soluzioni per soddisfarli rispetto alla capacità della mente della singola persona di gestirla.

Sembrerebbe ovvio pensare che la collaborazione nel pensiero e nelle azioni sia la soluzione alla limitatezza del singolo, ma questo implica la necessità da parte del singolo a seguire ed accettare indicazioni e scelte fatte da altri, implica la necessità di essere disposti a cambiare usi ed abitudini e questo è esattamente il contrario di ciò che le persone di tipo 1 sono disposte a fare. Piuttosto ci si riunisce in Lega e ci si appronta alla lotta.

Ma ci sono ancora altre due questioni sulla via del continuare senza mai cambiare nulla:

  • La malattia;

  • La morte.

Normalmente i sani esorcizzano il problema della malattia, loro non lo hanno e chi è malato o appartiene ad una categoria di persone di un altro tipo da cui stare alla larga, o ha fatto qualcosa per procurarsela. Anche chi è malato cerca di esorcizzare la malattia, ma gli riesce meno bene.

La morte. La morte è un problemaccio, prima ci priva della presenza di alcune persone care, poi ci libera anche della presenza di tutte le altre.

Ambedue mettono però una paura difficile da superare da soli, ecco quindi che veniamo a trovarci nel gruppo dei non autosufficienti e pronti per sottoporci alla "caritatevole" attenzione di maestri di vita.

I maestri di vita sono tali solo se operano in prima persona, se delegano ad altri la trasmissione delle proprie fantasie si è formata una setta, se la setta riesce ad influire nella società si ha una religione. Le persone che vivono in una società in cui agisce una religione sono colpite da sindrome religiosa.

come dice la parola sindrome, nella sindrome religiosa si hanno una varietà di sintomi anche se questi  sono presenti con diversa intensità da persona a persona. Ma per tutti la parola religione indica ed intende essere legati assieme ed il non poter coltivare pensieri o azioni diverse da quelle insegnate ed imposte dalla gerarchia religiosa. Questo è l'aspetto più grave della sindrome religiosa.

come si contrae la sindrome religiosa?

Nell'infanzia. Poche gocce d'acqua sulla fronte del neonato e la rinuncia a satana fatta per lui dai padrini costituiscono il primo contagio della sindrome religiosa nel mondo cristiano, ed a questo rito che ha lo scopo di far impegnare i parenti del piccolo a condizionarlo agli insegnamenti della gerarchia religiosa, ne seguiranno altri per controllare il buon proseguimento del condizionamento stesso. Nelle popolazioni ad alta mortalità infantile la cerimonia dell'imposizione del dovere di rispettare e de far rispettare riti e dogmi veniva ritardata fino al raggiungimento di una maggiore probabilità di sopravvivenza e coincideva con l'assegnazione di un nome, ma questo rito si ritrova in ogni forma di religione.

Da adulti. Per tutte le forme di religione esiste una cerimonia che sancisce per il nuovo adepto adulto i due obblighi di accettare la religione impostagli e quello di imporla ad altri, questo secondo dovere in gergo religioso si chiama apostolato. Molte guerre di conquista e sottomissione sono state motivate e stimolate dal dovere-pretesto dell'apostolato, ed in genere chi non è disposto a farsi reso apostolo del nuovo credo viene considerato un essere inferiore e immondo dal quale bisogna liberare l'umanità. Il metodo usato per eliminarlo, in genere crudele ed esemplare, costituisce un monito per i prossimi da rendere apostoli. chi si sottomette ai nuovi insegnamenti, assume in questo caso da adulto, il dovere di seguirli e di imporli a sua volta.

Il fenomeno della tossicodipendenza nelle classi meno abbienti degli anni '70-'80 costringeva chi ne era vittima a contagiare altri per procurarsi risorse per il mantenimento della propria dipendenza, questo era dovuto a due fattori: Il costo delle sostanze da cui la persona dipendeva ed il crollo verticale delle risorse per la perdita di efficienza nelle attività occupazionali. Quando io affermavo che era necessario togliere le persone tossicodipendenti dalla strada per interrompere il contagio, venivo tacciato di volere togliere la libertà individuale, quella libertà che proprio la dipendenza toglieva invece ai colpiti. Accadde poi che per convergenza evolutiva due correnti di pensiero molto diverse portassero entrambe alla costituzione di ambienti in cui rendere difficile mantenere la dipendenza ed impossibile diffondere il contagio ovvero le comunità di reclusione e recupero coatto.

Per selezione naturale le società a più basso contenuto religioso avanzeranno per efficienza e come modelli e questo contribuirà a diminuire la virulenza religiosa, ancora adesso comunque manifestare una opinione contro una religione, o contro uno stato che impone una religione, è considerato anticivile, persino parlare male dello stato di Israele che è nuovo ed impone, con la forza come sempre in questi casi, il dominio di una religione che era prima minoranza viene considerato un reato di opinione.

come si manifesta una sindrome religiosa?

chi è colpito da sindrome religiosa avverte un irrefrenabile impulso a manifestarla con atteggiamenti e caratteristiche nell'abbigliamento, come se esistesse un dovere a ostentare simboli o compiere gestualità simboliche, quasi mai è così, ma viceversa è la somma di due debolezze, quella propria personale e quella indotta dai costi e dalla inefficienza dovuta alle limitazioni di comportamenti diversi da quelli di seguire l'interesse personale, a portare la persona a cercare rifugio in una simbologia di massa, esattamente come le arringhe si stringono a gruppo o come gli storni volano a nuvola per cercare rifugio dai predatori.

Gli effetti della sindrome religiosa sono a valanga e si possono schematizzare così: Si parte da una paura di fondo nei confronti delle malattie e della morte, questa paura aumenta in modo più o meno accentuato la reattività di tutti, poi sopravviene un fatto negativo, questo prima o poi capita a tutti, allora la persona condizionata religiosamente si mette a pregare, si aggiungono quindi al normale sforzo di vivere il guaio subentrato, la perdita di risorse mentali, di tempo e quella del mancato affronto del problema contingente dovute alla preghiera, con il risultato di peggiorare la situazione. Il cervello di tipo 1 crede di operare bene perché nella ripetitività della preghiera vengono liberati dei neurotrasmettitori di gratificazione, e può persino capitare che la produzione di endorfine renda più sopportabili il dolore e la situazione, sicuramente però non contribuisce in alcun modo a risolverla. Il cervello di tipo 2 constata in poco tempo che è meglio reagire in modo più pragmatico.

Insomma la religiosità guida l'individuo a comportamenti auto avvitanti, lo rende cioè stupido.

Quasi mai però sufficientemente stupido da non percepire che potrebbero esistere altri modi per superare i problemi contingenti, e che quasi sempre qualcun altro gli utilizza vantaggiosamente. come ad esempio l'omettere dei tabù alimentari, vivere meglio la sessualità, vivere meno subordinatamente eccetera. Ma i furboni maestri caporeligiosi sanno come prevenire queste pericolose (per loro) levate di intelligenza, ed usano il ricatto della moralità, usano un concetto inventato appositamente da loro ovvero il "peccato", ovvero fanno leva sul naturale senso di incertezza di chiunque si accinga a fare qualcosa di nuovo per lui, vi aggiungono l'impreparazione da loro stessi imposta e coltivata e infilano un sensi di colpa che non avrebbe nessun motivo di esistere.

Alla base di ogni indottrinamento, partitico, mafioso, militaristico o religioso c'è sempre un tam-tam, un ritornello ossessivo, una litania, un tantra che martella il cervello del condizionando: Noi siamo i migliori, e Dio ci ama.

Dio andrebbe correttamente scritto con l'apostrofo "Di io ovvero D'io" perché è proprio questo che intendono i vari Leader, Boss, Generali e Sacerdoti di ogni culto.

Ma. Ma c'è sempre un ma.

cosa provoca una sindrome religiosa in caso di malattia?

come la mettiamo quando il D'io di turno ha un momento di sbadataggine e ci propina una qualche disavventura di salute?

Pregare non serve a molto. Milioni di preganti selezionati come creduloni hanno prodotto meno di 50 guarigioni che loro definiscono inspiegabili in un secolo a Lourdes, secondo me un qualsiasi portalettere ne realizza di più nel corso di molti meno anni di servizio, semplicemente consegnando delle lettere attese con il batticuore.

Questo problema è sempre stato un cruccio per i Boss religiosi. In parte veniva risolto richiudendo i malati in lazzaretti, lebbrosari, ospizi, manicomi eccetera, in parte veniva e viene ancora deviato colpevolizzando il malato, ma il progredire delle conoscenze mette a disposizione mezzi per lenire, contrastare ed anche prevenire le conseguenze e le sofferenze che dalle malattie originano. Le gerarchie religiose hanno sempre contrastato l'uso dei mezzi per combattere il dolore, persino per il dolore da parto, e chiunque abbia un minimo di conoscenza nella storia della medicina conosce le incessanti battaglie denigratorie e demonizzanti contro chi studia e propone metodi per prevenire o contrastare la sofferenza. Sempre  questi sono stati accusati di immoralità e di affermare cose contrarie a una qualche bibbia.

Il fatto è che ogni capacità acquisita per diminuire i problemi, diminuisce l'affidarsi delle persone alla fatalità e rende meno importante il D'io imposto,e rende di conseguenza meno importante anche chi il D'io lo impone. Mentre chi si lascia guidare dalla religiosità diventa sempre più debole e più dipendente, e reso pazzo dalla sofferenza e dall'impotenza dei comportamenti adottati finisce con l'affidarsi ancora di più a chi gli e li ha indotti.

 

Ma il peggio del peggio per costoro

 

continua......

 

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